La motivazione ad allenarsi rientra nel vasto mondo dello studio di come una persona si auto-motiva o di come possa essere motivata dall’esterno.

Il tema della motivazione è uno dei più trattati nel mondo della formazione, della crescita personale e della gestione delle risorse umane. L’aspetto fondamentale che lega questi ambiti è che la spinta motivazionale intrinseca è più potente di quella derivante dall’esterno o dagli altri. Pertanto, per motivare qualcuno a fare qualcosa si deve trovare qual è la leva che gli dia un motivo per agire.

La caratteristica di ogni essere umano è che ci si motiva “scappando da un dolore” o “correndo verso un piacere”. Naturalmente, l’attrazione verso qualcosa di piacevole è molto più motivante della fuga da qualcosa di sofferto. Quindi, il segreto per aumentare la motivazione significa trovare quale obiettivo quella persona vorrebbe raggiungere.

Nel mondo del fitness possiamo individuare una miriade di strategie motivazionali diverse sia tra le varie attività svolte sia da persona a persona. Ne sono alcuni esempi, il dimagrimento, la forma fisica, la salute, il benessere psicologico. Da sottolineare, oltre a tutti questi aspetti, il piacere di incontrare persone e di far parte di un gruppo con certe caratteristiche.

Perché cala la motivazione ad allenarsi

Per parlare di motivazione ad allenarsi, da buoni strategici, dobbiamo prima partire evidenziando quali sono le cause che conducono ad un calo della spinta motivazionale:

  1. quando ci si annoia perché, per esempio, si fanno sempre le stesse attività
  2. quando non si migliora e, quindi, non si hanno i risultati sperati
  3. quando non ci si riconosce più nell’ambiente o nel gruppo

Identificati questi aspetti problematici, che andranno ovviamente evitati, si passa a capire se sia meglio cambiare attività, ambiente e gruppo, oppure se sia il caso di porsi micro-obiettivi quotidiani. Ridurre il risultato finale in step, raggiungibili e misurabili, ci permette di andare a “godere” giorno per giorno del risultato ottenuto. Quindi, si attiva la motivazione a “correre” verso piccoli piaceri progressivi.

Quali sono i “trucchi” che usano i fitness tracker per motivarci a fare sport

  • inviano feedback positivi per ogni minimo risultato raggiunto
  • aumentano la consapevolezza di miglioramento nel breve termine
  • trasmettono un senso di maggior controllo sulle attività e sui risultati (…lo strumento sembra più attendibile!)
  • instillano la competizione con se stessi e con gli altri
  • permettono la condivisione dei propri successi nei social network
  • creano il senso di appartenenza ad un’élite (per esempio “Faccio parte del gruppo dei runner!”)
  • hanno l’interfaccia che ricorda un videogame (…come si sa nella realtà virtuale tutto è possibile!)
  • procedono da livelli basic a livelli avanzati, quindi tutti possono usarli e possono farsi l’aspettativa di raggiungere risultati straordinari
  • infondono l’idea di essere in forma e in salute, quindi spingono ad impegnarsi di più verso il benessere (per esempio, a mangiare meglio)

Molti di questi aspetti di motivazione ad allenarsi hanno alla base la cosiddetta “profezia che si autodetermina” (Merton, 1948). Ovvero, dal momento che ho piacere nel raggiungere ogni minimo risultato, mi comporterò in modo da ottenere anche il prossimo step il prima possibile. O ancora, mi sento parte di un’élite, pertanto farò di tutto per rimanerci e, quindi, per uniformarmi alle caratteristiche del gruppo. Infine, se uso un fitness tracker significa che sono in forma, se sono in forma mangio meglio e adotto le abitudini che mi permettano di migliorare la mia salute.

Come essere costanti e motivati nell’allenarsi

Dal momento che l’impegno ad allenarsi ha lo stesso valore, in termini di benessere e salute, degli impegni lavorativi, il consiglio è quello di segnare tutto in agenda. Quando si saranno identificate le ore da dedicare e si saranno inserite nella pianificazione settimanale, o meglio ancora mensile, si passerà alla strutturazione del programma di allenamento (è preferibile consultare un personal trainer). Il programma di allenamento dovrà rispettare un aumento progressivo di intensità e/o durata, in modo tale da migliorare gradualmente le prestazioni. Così facendo si andrà ad attivare la “corsa verso il piacere” che sta alla base della motivazione in ogni ambito di vita.

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Siamo quello che facciamo ripetutamente. L’eccellenza non è dunque un atto, ma un’abitudine.

Aristotele

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