Alcune persone hanno un minor livello di resilienza. In altre parole, si adattano passivamente alle situazioni spiacevoli e non ottimali e rinunciano, senza rendersene conto, alla capacità di reagire in maniera diversa.
Questa osservazione è descritta molto bene dal “principio della rana bollita” svelato da Noam Chomsky, docente emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology (MIT).
È un atteggiamento che si nota particolarmente di frequente nelle società agiate moderne, caratterizzate da un’elevata qualità della vita rispetto alla media mondiale.
La logica sottostante è:
- Meno affronti i problemi, meno alleni la tua resilienza e la tua capacità di intervenire attivamente sulle situazioni potenzialmente pericolose.
- Più deleghi la responsabilità ad altri di intervenire al posto tuo, più rinunci volontariamente a cambiare le circostanze spiacevoli.
La storia della rana bollita: resistenza al cambiamento vs resilienza?
Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.
Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50°C avrebbe dato un forte colpo di zampa,
sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.
Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50°C avrebbe dato un forte colpo di zampa,
sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.
Tratto dal libro “Media e Potere” di Noam Chomsky
Questo è un ottimo spunto per spingerti a riflettere su certi comportamenti potenzialmente pericolosi per quanto riguarda il tuo modo di approcciarti al lavoro.
In questo preciso momento storico, se per te l’emergenza Coronavirus equivale alla temperatura di 50°C, sarai già “saltato fuori dalla pentola”! E così, ti sarai già attivato per risolvere la situazione problematica.
Ma se il tuo comportamento rispecchia le logiche di attendismo, forse l’acqua si sta riscaldando lentamente e tu non ti stai nemmeno accorgendo della gravità della situazione. Pertanto, ti elenco qualche idea per gestire l’emergenza e curare il benessere dei tuoi collaboratori per mettere le basi ad un’operatività più efficace.
3 regole per aumentare, fin da subito, la tua resilienza e quella del tuo team di lavoro?
1. Non isolarti
Se sei un imprenditore o un manager sicuramente hai già avuto il modo di affrontare varie crisi o situazioni complesse e magari sai già come fare. Ma, se in questo momento ti risulta più difficile trovare strategie di soluzione, non isolarti. Chiedere aiuto e condividere i pensieri con un professionista esterno potrebbe alleggerire il peso che porti e, perché no, farti venire in mente nuove idee sulla gestione o, addirittura, accendere qualche lampadina di innovazione.
“L’uragano è vinto non dalla possente e rigida quercia ma dal piccolo e flessibile bambù.” Proverbio cinese
2. Fai team-buliding
Abituati, qualora non l’avessi fatto già, ad utilizzare di più e meglio la comunicazione mediata dai vari devices. Ora, più che mai, la leadership è messa a dura prova. Se non consiglio a te di isolarti più del dovuto, vale la stessa regola per i tuoi collaboratori. Programma la tua settimana inserendo i momenti che userai per mettere in contatto la tua squadra. Non solo per parlare di lavoro, ma per chiedere come stanno, come affrontano questi momenti e se hanno bisogno di qualcosa. E’ un momento buono per recuperare la dimensione umana. Ascoltali e cerca di capire come potresti dargli una mano. Potrai scoprire che è un investimento di lunga rendita.
“Il complimento più grande che mi è mai stato fatto fu quando uno mi chiese cosa ne pensassi ed attese la mia risposta.”
H. D. Thoreau
3. Prenditi “cura” del tuo team
Se, parlando e confrontandoti con il team, c’è qualcuno che fatica a superare lo stress dettato dalla situazione e che il tuo supporto non è sufficiente, potresti offrirgli una consulenza di coaching professionale esterna. Il livello di benessere delle risorse umane equivale alla “salute” della tua organizzazione. Una giusta analisi dello stress lavoro-correlato, ti mette già sulla strada che porta alle azioni correttive e preventive.
“Tenerezza e gentilezza non sono sintomo di disperazione e debolezza, ma espressione di forza e determinazione.” K. Gibran
In conclusione
In psicologia, la resilienza è la capacità di resistere, fronteggiare e riorganizzare positivamente la propria vita dopo aver subito un evento negativo. Non si tratta di una mera resistenza passiva, di una reazione inconsapevole e automatica, bensì di una risposta cosciente. È una ricostruzione che si traduce in potenzialità e prospettive di crescita.
L’individuo resiliente non è colui che ignora o nega le difficoltà, e tanto meno le minimizza. Al contrario, è colui che riesce ad andare avanti, con una forza rinnovata, con una più approfondita e consapevole conoscenza di sé. Consapevolezza di sé, ma anche degli altri che lo affiancano e lo accompagnano nell’evoluzione della sua azienda.
Per approfondimenti:
- Media e Potere, 2014, N. Chomsky, Bepress Editore.
- Che le lacrime diventino perle. Sviluppare la resilienza per trasformare le nostre ferite in opportunità, 2016, P. Meringolo, M. Chiodini, Ponte alle Grazie Ed., Milano.
- L’azienda vincente: Migliorare il presente, inventare il futuro: problem solving per le organizzazioni, 2012, M. C. Nardone, R. Milanese, R. Prato Previde, Ponte alle Grazie Ed., Milano.