Decisioni importanti… Si prendono con la mente o con il cuore?
Scegliere un socio?
Assumere un candidato?
Decidere su quale nuovo prodotto investire?
Affidarsi agli altri o decidere di testa propria?
Com’è che arriviamo a prendere decisioni
Già nel 1800 fu rilevato che il nostro cervello è composto di due parti, denominate in un secondo momento emisferi. Oggi si sa che gli emisferi operano in maniera autonoma per quanto riguarda la presa di decisioni.
La parte sinistra gestisce funzionalità neurologiche molto sottili. Attraverso la logica e la razionalità, ci permette di fare ragionamenti e calcoli e ci consente di comprendere il “significato” e il “significante” delle parole. Parole con sfumature concettuali che influenzano e generano i nostri e gli altrui comportamenti.
La parte destra, invece, è dedicata alla gestione delle nostre capacità artistiche, come musica, disegno, colori, e del nostro pensiero fantastico.
Per semplificare possiamo dire che la parte sinistra è riflessiva e cosciente, dà senso al tempo e allo spazio, non si occupa delle emozioni.
Al contrario, la parte destra è pura creatività, non ha vincoli né di tempo né di spazio, in altre parole ama, odia, ride e piange.
I due emisferi lavorano in maniera autonoma ma non indipendente.
Quindi, è necessaria la giusta dose di razionalità e di creatività. Infatti, il problema nel prendere decisioni si presenta quando l’una prende il sopravvento sull’altra.
Il rigore da solo è la morte per asfissia, la creatività da sola è pura follia.
G. Bateson
Il cavallo e il fante: è davvero uno che comanda sull’altro?
Vediamo di essere più chiari con un esempio. Il nostro lato emotivo potrebbe essere paragonato al cavallo e la parte razionale al fante.
In sella al cavallo, il fante sembra esercitare il controllo e indicare la strada, ma si tratta di un potere precario e di un equilibrio delicato.
Il cavallo, anche se “addomesticato”, è molto più forte e imprevedibile essendo dotato della propria capacità decisionale.
Errore del fante
Se sei il fante e dai per scontato che il cavallo ti obbedirà, potresti incorrere in spiacevoli sorprese!
Errore del cavallo
Dall’altra parte, se sei il cavallo e credi che il piccolo fante che porti in groppa, essendo più piccolo e meno forte di te, non potrà mai avere il sopravvento sulle tue decisioni, non sorprenderti se qualche volta le briglie ti costringono a rallentare o cambiare la direzione!
La corsa la vince il cavallo più veloce o il fante più capace?
Insomma, che tu sia il fante o il cavallo, hai ragione e sbagli nello stesso momento.
Per imparare a prendere decisioni corrette e aumentare la possibilità di vincere corse impegnative, il razionale e l’emotivo dovranno danzare insieme su un filo sospeso. L’eccellenza sta nel mantenere costante questo equilibrio.
In altre parole, il nostro sentire emotivo non è mai puro, perché è influenzato dal nostro stato d’animo, dalle nostre esperienze, da abitudini acquisite nel tempo. Pertanto, a seconda della prospettiva da cui si osserva e si valuta la situazione, cambieranno le nostre reazioni, i nostri comportamenti e le nostre decisioni.
Ma anche la nostra ragione, influenzata appunto dalle sensazioni e emozioni che percepiamo, non è mai assoluta e indiscutibile.
Quanti imprenditori, manager, capi turno, dando per scontato che i collaboratori eseguiranno puntualmente ciò che gli è stato assegnato, si trovano al termine delle scadenze con progetti non portati a termine?
Nei colloqui di selezione, viene assunto il candidato con le migliori competenze o quello che “ha la luce negli occhi”?
Quanti medici si trovano spiazzati quando cure collaudate non portano alle guarigioni sperate e la compliance al trattamento non arriva spontaneamente?
Le sfide si vincono solo se questa sinergia viene dosata e costantemente riequilibrata.
Visto che non esiste una verità assoluta e tanto meno si può generalizzare una soluzione unica per tutti, possiamo solo esercitare la razionalità a non soffocare le emozioni e, viceversa, calmare il nostro sentire per dare più voce alla ragione.
Come prendere decisioni gestendo le nostre emozioni?
Possiamo imparare a migliorare la nostra gestione delle emozioni.
Attraverso il Modello di Problem Solving Strategico è possibile ridurre l’impatto dell’emotività sui processi decisionali. Con esercizi mirati, i meccanismi emozionali spontanei possono essere rimodellati e plasmati mediante la ripetizione di nuove esperienze.
Che tipo di persona sei?
Se ti ritieni una persona “troppo emotiva” poniti questa domanda:
«Se volessi perdere completamente il controllo delle mie emozioni, cosa potrei fare o non fare? Cosa potrei pensare o non pensare?»
Altrimenti, se “credi fermamente nella tua ragione”, la domanda che fa per te potrebbe essere:
«Se volessi non avere mai ragione e sbagliare di sicuro le mie scelte, cosa potrei fare o non fare? Cosa potrei pensare o non pensare?»
Se vuoi imparare a drizzare una cosa, devi prima imparare a storcerla di più.
L’Arte della Guerra – Sun Tsu
Per approfondimenti:
Haidt J. , 2008, Felicità: un’ipotesi. Verità moderne e saggezza antica, Codice Edizioni Torino.
Nardone G., 2019, Emozioni. Istruzioni per l’uso, Ponte alle Grazie Editore.